Alfabeto civico – LAURA SINAGRA BRISCA

I beni comuni. La storia dei commons: nel mondo ed in Italia. La commissione Rodotà 2007: la tassonomia dei beni pubblici. In Italia dal 2011 sono definiti beni comuni quei beni che hanno utilità funzionali verso il pieno sviluppo della persona: beni che garantiscono l’esercizio dei diritti fondamentali della persona. Vi è un elenco di beni comuni non esaustivo, nel quale sono ricompresi il patrimonio naturale e culturale (acqua, aria, foreste, laghi, fiumi, ghiacciai, fauna, flora, beni archeologici e culturali,…). Il referendum sull’acqua, come bene comune. I beni comuni vanno intesi in funzione delle comunità che vogliono prendersene cura e co-governare e co-gestire tali beni. I beni comuni garantiscono la nostra partecipazione alla vita quotidiana: vanno preservati per il futuro. Beni comuni e rigenerazione urbana: parchi, edifici, caserme dismesse, case cantoniere. Regolamento per la partecipazione comune dei beni comuni. Le nostre città hanno individuato regole di gestione condivisa dei beni comuni che ne consentano l’accessibilità diffusa e quindi l’inclusione. La rigenerazione negli anni anche in un’ottica intergenerazionale. Gli usi civici e l’ex asilo Filangeri di Napoli: un esempio di utilizzo pubblico di uno spazio per la cittadinanza. Innovazione civica ed innovazione sociale attraverso il riuso di spazi non più utilizzati: rispetto dell’ambiente e riciclo degli spazi e dei luoghi. L’acqua, l’aria, la cultura, gli spazi pubblici, il web sono essenziali per la nostra sopravvivenza: necessità di tutelare tali beni.

 


 

Laura Sinagra Brisca, geografa urbana esperta di amministrazione condivisa e di gestione di beni comuni e di innovazione sociale, collabora con diverse municipalità e con il mondo del terzo settore per realizzare processi trasformativi.
 


 

Progetto realizzato nell’ambito di Bando Civica con il sostegno di:

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